Un fenomeno che sembra inarrestabile. La cronaca ci racconta ogni giorno di donne vittime di violenza. Crescono le richieste d’aiuto raccolte dai centri antiviolenza e sono ancora troppe le donne ammazzate per mano di un uomo. Secondo i dati del Viminale a sette mesi dall’inizio dell’anno, 64 sono state uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 38 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. Per curare questa piaga sociale (che la pandemia ha contribuito ad amplificare) serve prevenire, sensibilizzare e rendere consapevoli le giovani generazioni. Per questo pochi giorni fa ha aperto i battenti a Roma il primo Centro antiviolenza della Sapienza. Si trova negli spazi della Facoltà di Medicina e psicologia nel quartiere San Lorenzo ed è promosso dall’Università, dalla Regione Lazio, da Disco (l’Ente regionale per il diritto allo studio) e Telefono Rosa, che lo gestisce. “Adesso i locali sono chiusi, ma stiamo lavorando dietro le quinte. Dal 1° settembre le porte saranno aperte alle donne, alle studentesse, a cittadini e cittadine che necessitano di ascolto e aiuto. Dopo l’Università della Tuscia, questo è il secondo sportello che apre in un ateneo del Lazio”, sottolinea all’Adnkronos la presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri…