al boss i proventi delle scommesse- Corriere.it

di Lara Sirignano

L’ipotesi degli inquirenti: «Così il capomafia si pagava la latitanza». Su un taccuino erano segnate le uscite mensili: si arrivava fino a settemila euro. In casa trovati un revolver e una parrucca

Servivano tanti soldi a Matteo Messina Denaro per vivere nel lusso che ha sempre inseguito. Abiti griffati, cene, auto, orologi costosi, gioielli e, nonostante una vita alla macchia, cene da 700 euro. Denaro, ovviamente contante, di cui il capomafia disponeva senza sforzo e che rendicontava in una sorta di taccuino, trovato nel suo ultimo covo a Campobello di Mazara. Un libretto con le uscite mensili che a volte arrivavano anche a 7000 euro.

Ma chi ha garantito al padrino di Castelvetrano un simile tenore di vita? Nel passato, a finanziarne la latitanza sarebbe stato Giuseppe Grigoli, il salumiere diventato in poco tempo il re dei Despar siciliani, al quale furono sequestrati beni — di proprietà del boss secondo i magistrati — per 700 milioni. Sul presente, invece, gli investigatori azzardano un’ipotesi e puntano il dito su una delle storiche fonti di guadagno del capomafia: le scommesse e i giochi online, attività in cui di denaro liquido ne gira tanto.

Molto più di una supposizione visto che negli ultimi anni, quando il superlatitante…