Nominata come migliore autrice al Prix Jacques 2022, Milani — romana di Londra e Parigi — presenta al Funambule Montmartre «(Tout) ce qui (nous) reste», un brillante e romantico atto d’accusa contro la mediocrità sentimentale
PARIGI — Una donna, un uomo, una scala, due teli di plastica bianca con cui avvolgersi o lottare, un forno a microonde, una moka e il cielo stellato.
Sul palco del teatro Funambule Montmartre va in scena (Tout) ce qui (nous) reste, l’opera prima della giovane e promettente autrice e attrice italiana Maria Stella Milani, romana di Londra e Parigi. Dopo i diplomi alla Guildhall School di Londra e al Cours Florent a Parigi, Milani è stata nominata al Prix Jacques 2022 come miglior autrice e con (Tout) ce qui (nous) reste partecipa oggi al Festival Nouvel Acte, che al Funambule mette in scena le sei migliori compagnie guidate da giovani creatori.
Alla prima, sala piena e pubblico coinvolto.
Si parla di amore nella sua versione conosciuta da molti: appassionato e romantico e allo stesso tempo sfinito, amareggiato, sfibrato dai piccoli colpi della vita quotidiana che affliggono, come nella tortura della goccia d’acqua, i sogni dei giovani amanti.
Lei (Maria Stella Milani) e Lui (Cyrille Delemotte) si accorgono che l’amore degli inizi è…